A noi esseri umani piacciano le storie, le favole, ci appassioniamo alle serie TV, ai film, veniamo ispirati dalle storie delle persone intorno a noi.
Se hai fatto qualche corso di comunicazione o di public speaking ti avranno detto quanto è importante fare dello storytelling, per tenere ingaggiato il tuo pubblico consigliano di inserire episodi dalla tua narrativa.
E anche le aziende sono delle storie.
Una volta una imprenditrice con la quale stavo iniziando a lavorare mi ha detto che noi di #AL siamo quelli che facciamo finire i drammi aziendali, lei ci aveva chiamato perché nella sua azienda c’era grande chiacchiericcio, gossip e drammi umani e un altro imprenditore gli aveva dato il nostro contatto.
A tal proposito leggi l’articolo del Leaders’ corner “ I drammi umani in azienda – consigli e soluzioni per gestirli al meglio”
Se è vero che a noi umani piacciono le storie, e le nostre aziende sono delle storie, allora penso sia importante prestare attenzione a quale storia ci stiamo raccontando sull’essere imprenditori.
Proprio ieri ho incontrato tre imprenditori che dopo dieci anni di vita della loro azienda si sono voluti fermare per riflettere su cosa vogliono creare, se hanno ancora voglia di andare avanti e se hanno voglia di stare insieme e fare la faticosa ed emozionante vita del fare l’imprenditore.
Mi ha colpito che ieri davanti alla mia domanda “quale era il sogno?” uno dei tre imprenditori nel raccontarmi mi ha parlato delle sue aspettative sull’azienda, e non dal sogno.
Anche le aspettative fanno parte della storia che noi ci raccontiamo: ce le mettiamo nella testa come fosse un film, un film di come dovrebbe essere l’azienda, di cosa vogliamo raggiungere come azienda e imprenditore.
E’ importante avere consapevolezza della storia che ti stai raccontando rispetto al tuo essere imprenditore e rispetto a quello che vuoi che sia la tua azienda.
Quando lavoro su questo aspetto nelle coaching io consiglio proprio di scrivere, come fosse la sceneggiatura di film quello che hai nella testa, chi sei tu come imprenditore e come vuoi che sia la tua azienda.
Tirandolo fuori e vedendolo nero su bianco ti renderai conto che a volte possono essere delle aspettative poco realistiche, che ci mandano in stress -sia come individui perché magari ci imponiamo di dover crescere, crescere, ragigungere qualcosa sia l’organizzazione – e che ci lasciano sensazione dell’incompleto, dell’incompiuto, del cosi non va bene.
Quando passi qualche minuto a scrivere la storia di te e dell’azienda ti rendi conto che qualcosa arriva da fuori e non è quello che realmente vuoi.
In questa epoca dei social guardando su Linkedin sembra che tutti siano a fare round e ottenere successi, ma la realtà non è quella, ma il fatto di essere esposti a ciò fa sì che storia che ci raccontiamo nella testa sia quella di dover alzare sempre asticella e voler raggiungere anche quel risultato.
Il primo consiglio che mi sento di darti è quello di prenderti qualche minuto, stiamo per entrare nel periodo dello stacco natalizio, allora fermati un attimo e scrivi la storia che hai nella tua testa, la storia di te come essere umano imprenditore e la storia della tua azienda.
Il secondo aspetto è che ogni azienda è una storia, ognuna con i propri personaggi e drammi. Quindi quando riesci a guardare quelle che sono le dinamiche interne all’azienda, mettendoci magari anche della giocosità, scoprirai elementi interessanti: ogni azienda è una storia che ha dentro tante storie umane differenti, come una lunga lunghissima serie di Netflix.
Un altro esercizio che ti invito a fare è di prendere un foglio bianco e tracciare con una penna una linea e poi fare dei segnetti per rappresentare la storia della tua azienda, spezzettando la vita dell’azienda: magari da quando è stata fondata a una un primo momento.
Quindi inizia a pensare quali sono stati i momenti importanti nella vita della tua azienda, che hanno segnato te e l’azienda; possono essere qualsiasi cosa: momenti di crescita, sfide o passaggi generazionali, nuovi inserimenti nel team, acquisizione di clienti o partner, aperture di punti vendita, showroom o il cambio dell’ufficio.
Segmenta come se facessi dei capitoli, una volta fatto ciò dai un titolo a questi episodi.
Nello scegliere le parole cerca di non essere descrittivo, è come se stessi scrivendo un film epico: ogni titolo deve esser significativo, deve riagganciarti allo stato emotivo che tu e l’azienda avete vissuto in quel momento.
E un esercizio di consapevolezza introspettivo, che ti permette di avere chiarezza su che episodio l’azienda sta vivendo in quel momento.
Faccio un esempio: l’altro giorno un imprenditore con cui stavo facendo l’esercizio durante una coaching ha chiamato l’episodio della sua azienda di quest’anno “anno dell’arrembaggio”, ha scelto questo titolo perché per loro è stato un momento in cui alcune persone interne all’organizzazione, non in linea con cultura aziendale, e probabilmente a causa della distrazione dell’ imprenditore, avevano fatto partire quasi un arrembaggio, cambiando quasi cultura aziendale e quindi anche lo stile comunicativo che era diventato più violento, aggressivo e volgare.
Così ha capito che l’azienda stava vivendo una sfida interna,
Cerco di portare attenzione su aspetti che è un attimo lasciarci sfuggire perché troppo concentrati su quello che accade fuori dall’azienda non prestiamo la dovuta attenzione a quello che capita dentro.
Ti consiglio di leggere dal Leaders’ corner “Occhi puntati sull’azienda”, articolo in cui parlo dell’importanza di non dimenticarsi di guardare dentro l’azienda.
Questo esercizio che ti fa tirare la linea, dividere la storia in capitoli e dargli un titolo ti permette di capire che storia sta vivendo la tua azienda in quel momento.
Come dico spesso in altre puntate del podcast o negli articoli l’azienda è un essere vivente, lontanissimo dal luogo comune che le aziende sono delle macchine che quindi vivono in uno status quo, ma essendo l’azienda come un esser vivente, fatto appunto da esseri umani, come loro anche l’azienda vive diversi momenti.
Questo esercizio che ti invito a fare come momento di consapevolezza e riflessione di fine anno ti invito a condividerlo una volta fatto con alcune persone chiave interne all’azienda, persone di cui ti fidi, che risuonano con la missione aziendale, che hanno i valori dell’azienda per prendere atto in che fase siano e provare a proiettare lo stesso esercizio per il prossimo anno.
E’ un esercizio leggero e giocoso che da uno spunto di riflessione sotto tanti aspetti.
L’errore che spesso facciamo è pensare che la nostra azienda sia in un momento di fatica interna perché in realtà noi come imprenditori siamo in un momento di fatica interna nostra personale o perché fuori dall’azienda è un momento di difficoltà; ricordati che tu non sei la tua azienda e la tua azienda non e quello che succede fuori.
La tua azienda è quello che succede dentro la tua azienda.
Fermarsi e ragionare aiuta a tenere focus e permette di capire se una cosa dipende da me imprenditore, dall’esterno o da dentro la mia azienda.
Per avere un’idea dello stato emotivo ed energetico nella tua azienda e per capire come loro si vedono potresti far fare questo esercizio internamente o chiedere “se fossimo una serie di Netflix che serie saremmo? Un horror, un’avventura? Che titolo daresti?”
A Natale si torna tutti un pò bambini ti invito quindi a mettere un pò di giocosità creativa e di ilarità all’interno dell’azienda: è un beneficio enorme, infatti la giocosità è una delle energie archetipiche che come esseri umani abbiamo ma che da adulti ci dimentichiamo di usare e sprigiona creatività che attiva parti del cervello diverse accendendo un’altra parte del potenziale tuo e del team e dare un titolo permette di cogliere sfumature importanti di come si sente realmente il tuo team.
Fai questo esercizio prima tu e poi allargalo al tuo team.